Leonor - Di Diego Galdino
CAPITOLO II
Aveva appena cominciato ad albeggiare.
Quando Leonor si svegliò ed iniziò a prepararsi
per andare a fare la solita passeggiata a Land's End. Scese lentamente
le scale, cercando di fare il più piano possibile per non
svegliare suo padre e soprattutto il loro ospite. Mentre stava
per uscire, si accorse che la stanza di Giorgio aveva la porta
aperta. Preoccupata, che gli fosse successo qualcosa, si avvicinò
e guardò dentro la camera. Il letto era disfatto, ma di
lui non vi era nessuna traccia. Sorpresa, cominciò a chiedersi
dove poteva essere andato così presto. Ma, passando davanti
al soggiorno, con la coda dell'occhio vide qualcosa che attirò
la sua
attenzione. Lo trovò rannicchiato sul divano che dormiva
profondamente.
La prima cosa che pensò, fu che forse il letto della sua
stanza fosse troppo duro e scomodo per le sue abitudini. E quindi
avesse preferito venire a dormire lì. Leonor, ritornò
di sopra, andò in camera sua e dall'armadio tirò
fuori una coperta. Tornò in soggiorno e la pose con molta
delicatezza su Giorgio. Così vicina non poté fare
a meno di chiedersi: perché gli uomini quando dormono hanno
tutti un espressione così angelica?
Finalmente uscì di casa, prese la bici e si diresse verso
le scogliere.Quando ritornò, due ore dopo, entrando in
casa si accorse che suo padre e Giorgio erano già usciti.
Così si fece una doccia, si truccò e si vestì
per andare al lavoro. Prima però, andò in cucina
per fare colazione e lì, sul tavolo trovò un biglietto
con su scritto:
"Grazie per la coperta, sei stata molto gentile. Firmato
Giorgio."
Leonor sorrise.
Finì di bere il suo caffè, mangiò qualcosa
velocemente e uscì di casa per andare in biblioteca.
Li ritrovò la sera in veranda, che giocavano a scacchi,
Adam la sentì arrivare e smise per un attimo di giocare.
"Ecco la mia figliola di ritorno dal lavoro! E' stata una
giornata faticosa?"
"Non più di tante altre, Papà."
"E dimmi Leonor la tua segretaria è ancora innamorata
di me?"
Pronunciò quella domanda ammiccando a Giorgio. Leonor non
si fece pregare e con aria divertita gli rispose.
"Da quando sei andato in pensione, è disperata e la
notte non riesce a chiudere occhio. Come qualcun altro qui presente."
Giorgio, fece un leggero colpo di tosse, sentendosi chiamato in
causa.
"A proposito Leonor. Grazie ancora per la coperta, è
stato un pensiero molto gentile. Come hai potuto vedere, la notte
ho una grossa difficoltà a prendere sonno. Così
inizio a vagare per casa; arrivo in soggiorno, mi metto seduto
sul divano, e dopo neanche un minuto, sto già dormendo
profondamente."
Adam si alzò dalla sedia e fece per entrare in casa.
"Si è fatto tardi! Vado a preparare la cena."
"Ti serve una mano papà?"
"No cara, resta pure seduta, rilassati. Chiedi a Giorgio
di raccontarti quali posti meravigliosi gli ho fatto vedere stamattina."
Leonor posò la sua ventiquattrore per terra, mettendosi
seduta su uno degli scalini della veranda.
"Allora? Ne è valsa la pena farti venire le vesciche
ai piedi?"
Giorgio fece finta di soffiare sotto la suola della scarpa.
"Scherzi? E' stato fantastico! Tuo padre è una guida
turistica portentosa. Per iniziare, mi ha portato a visitare Monte
S. Michael. Facendomi salire sui bastioni e sulla torre, per ammirare
lo stupendo panorama. Che vista fantastica! Poi siamo stati a
Land's End. A proposito. Mi ha detto Adam, che è lì
dove vai a fare le tue passeggiate mattutine. Ha parlato anche
di un certo
pescatore... ma non ho capito bene cosa intendesse."
Leonor, sentendo quelle parole alzò gli occhi al cielo
portandosi una mano alla fronte. Giorgio continuò con il
suo racconto.
"Appena dopo l'alba deve essere il momento ideale per passeggiare
su quelle scogliere. Senza nessuno intorno che ti rompa le scatole.
Lo dico perché quando siamo arrivati io e tuo padre invece,
c'erano tre pullman di turisti che avevano invaso il posto, urlando
e scattando centinaia di fotografie."
"Mi fa piacere, che tu ti sia potuto rendere conto, di quanto
basti poco per alterare la bellezza di un posto così meraviglioso.
Quei turisti, non hanno visto le 'vere' Land's End. E purtroppo,
non le hanno fatte vedere neanche a te. Ma non ti preoccupare,
avrai modo di rifarti nei prossimi giorni. Ma dimmi, dove altro
ti ha portato di bello il mio 'caro' papà?"
"Da lì ci siamo diretti verso Saint Ives. Tuo padre
ha insistito affinché io la vedessi. Mi ha raccontato che
dalla metà dell'ottocento, questa piccola cittadina, fu
invasa da centinaia di pittori impressionisti e naturalisti. Attratti
dai cangianti colori di questo piccolo gioiello, intarsiato nelle
rocce, delle più belle scogliere d'Inghilterra. Tu capisci.
Come potevo non vederla?"
"Ed era proprio così bella come te l'aveva descritta
mio padre?"
"Scherzi? Mi ha fatto tornare in mente le parole di uno scrittore
che davanti ad un'opera d'arte disse: 'Questa è un'esca
che persuade l'occhio'. Ti giuro, sono rimasto letteralmente senza
parole. Dovrebbe essere messa sotto una campana di vetro; spero
che la gente del posto riesca a mantenerla per sempre tale e quale
com'è adesso. Sarebbe un delitto rinunciare a una
cosa così bella."
Leonor fu contenta, di sentirlo parlare con tanta enfasi, di quella
piccola cittadina della Cornovaglia. Lei nutriva la sua stessa
speranza. Quei posti, sarebbero dovuti restare inviolati, nella
loro selvaggia bellezza, per sempre.