Jennifer era una graziosa seppia, minuta e snella,
abitava in una grotta in fondo al mare insieme ad una colonia di
seppie. Ogni giorno insieme alle sue piccole compagne faceva mille
giochi e non era attenta ai pericoli. Per fortuna una seppia più
adulta si guardava intorno per sorvegliare le seppioline intente
a giocare. Un giorno avvenne un fattaccio, la seppia più
grande non s’accorse che un pescecane aveva iniziato a far
colazione, all’ultimo momento con una spinta, mandò
tutte le seppioline nella grotta al sicuro che leste, leste si misero
in salvo. Ma aimè, Jennifer non era attenta, era distratta,
come al solito,dai colori
dei coralli e mentre li ammirava vide oscurare il tratto di mare,
sopra di lei, appariva minacciosa la sagoma del pescecane. Con un
guizzo il pescecane si presentò a bocca spalancata davanti
a Jennifer. Quanto erano brutte le fauci del pescecane, con quei
dentoni aguzzi che con un morso avrebbero ridotto Jennifer in tanti
piccoli gustosi pezzi di cibo. Così aveva pensato lo squalo
mentre si avvicinava per addentarla. Jennifer visto il pericolo,
spruzzò dell’inchiostro contro lo squalo ma maldestra
com’era invece della bestiaccia sporcò di nero tutto
intorno a lei mancando lo squalo. Jennifer non si perse d’animo
e con un guizzo, tipico delle seppie, si nascose, in un anfratto,
tra gli scogli salvandosi dallo squalo. Tornata a casa, nella tana,
la madre accarezzandola disse:
- Cara piccola mia d’ora in poi farai lezioni di tiro con
l’inchiostro così non sbaglierai più la mira.
- Si mammina, disse Jennifer .
Il giorno dopo nella tana c’erano le preparazioni alla lezione,
assistevano tutti: Papà seppia, mamma seppia, le sorelline
seppia e tutti gli amici del vicinato.
- Forza Jennifer dissero le compagne di gioco, facci vedere che
sei brava.
Jennifer prese la mira del bersaglio, poi inspirò acqua ed
espulse il suo carico d’inchiostro ma aveva ancora sbagliato
e tutti i vicini, brontolavano, macchiati di nero:
- Ma non sai fare nulla di buono? Disse il nonno seppia tutto tinto
di nero.
Yennifer, rossa di vergogna andò a scusarsi:
- Scusa nonno caro non lo farò più. Ripresero gli
allenamenti e finalmente Jennifer riuscì a centrare, con
il suo inchiostro, il bersaglio.
- Brava piccola! disse orgoglioso il padre.
- Ora staremo più tranquilli, aggiunse la madre, saprai cavartela.
Le seppioline giocavano come ogni giorno fuori dalla tana ed ad
un tratto arrivò uno squalo.
Questa volta Jennifer, senza esitare, si mise in posizione di difesa
e disse alle compagne seppioline:
- Andate nella grotta, al riparo, questo lo sistemo io.
Intanto lo squalo si era avvicinato e già pregustava il delicato
bocconcino:
- Questa volta ti mangio piccola mia.
Ma Jennifer inspirò tanta acqua e…spluf un getto di
inchiostro che accecò lo squalo:
- Brutta peste mi hai accecato, ma ci vedremo ancora, disse lo squalo
allontanandosi.
Poi con un guizzo Jennyfer si mise al sicuro nella tana dove erano
tutti ad attenderla:
- Brava.. gridavano tutti, ora si che sei brava.
Jennifer arrossi ma di gioia per quella gioiosa accoglienza, ma
aveva ormai conquistato il titolo di eroina. L’eroina di quella
colonia, di seppie, in fondo al mare.
La mamma seppia, il papà seppia ed i fratellini e sorelline
seppia l’abbracciarono contenti del progresso che le aveva
salvato la vita ed aveva permesso di salvare anche la vita delle
sue amichette di gioco. Vi fu una festa bellissima e fino a tarda
sera tanto che i pesci vicini di casa
protestarono per il frastuono.-
Ma questa notte non si dorme? Strillò uno di loro, poco dopo
però si unirono alla bella comitiva e fecero più chiasso
degli altri.
Forse Jennifer non c’è più perché la
famiglia si è trasferita altrove ma se si passa nella vicinanze
della tana si sente ancora raccontare la sua storia eroica.
Jennifer la Seppia Maldestra - Capitolo 1 -
CAPITOLO I - LO SQUALO
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