Di Diego Galdino
"Altalena vola e fai divertire
prendi il vento non fermarti mai
prendi tutto il vento che vuoi."
(Giulia Galdino)
PREFAZIONE
Queste poche righe, vogliono significare che è possibile affrontare problematiche serie, con semplicità ed eleganza, senza cadere nella facile ironia.
La prima volta che ho parlato con Diego Galdino, ero molto scettico della sua intenzione di scrivere un romanzo in cui la protagonista soffriva di narcolessia.
Visto i precedenti, immaginavo che, come sempre accade, la storia parlasse di una sbandata che metteva in luce, più i suoi lati negativi che le problematiche della malattia.
Devo invece ringraziare Diego, per aver affrontato il tema narcolessia, raccontando il disagio di una malattia molto invalidante con garbo e sensibilità, evitando, come spesso accade, il lato grottesco o ironico a cui la malattia si può prestare.
"Le persone che hanno dei sogni sono un po' speciali, i Narcolettici sono dei grandi sognatori, non perdiamoli".
Icilio Ceretelli
Presidente
Associazione Italiana Narcolettici
CAPITOLO 1
«Mrs. Bruce, si svegli per favore».
Sandra aprì gli occhi a fatica, ma si rese subito conto di essere rimasta l'unico passeggero a bordo.
«Scusi». Balbettò.
«Devo essermi addormentata durante l'atterraggio. Mi capita spesso».
Lo steward l'aiutò a prendere il bagaglio a mano, mentre lei infilava la giacca.
«La ringrazio, è molto gentile».
«Si figuri, signorina. Spero che il soggiorno negli Stati Uniti sia di suo gradimento».
Erano già passati due anni dal suo primo viaggio in America. C'era stata per il funerale di sua madre e ripensò a quale fosse stato lo shock quando aveva ricevuto la telefonata di Charlotte. Aveva creduto fosse uno scherzo di cattivo gusto, quella ragazza, dall'altra parte del telefono, che le annunciava la morte di sua madre e che era a conoscenza di troppi dettagli della sua vita, della sua nascita e della donna che l'aveva messa al mondo. Ogni dubbio venne fugato quando Charlotte le parlò del ciondolo che portava al collo. Suo padre glielo aveva regalato per il suo diciottesimo compleanno, dicendole che apparteneva a Carol, sua madre. Rimase sconvolta soprattutto quando la ragazza le riferì perfettamente le parole incise sul retro della medaglia: 'A Carol, il piccolo cardo del mio cuore'.
La rabbia si era mescolata alla confusione. Era cresciuta senza di lei! Una semplice telefonata le aveva fatto capire che le era stata negata la possibilità di vivere insieme con sua madre.
Piombò furibonda nell'ufficio di suo padre e gli riferì della telefonata. Non era servito chiedere altro: le lacrime che rigavano le guance di William Bruce erano valse per lei più di mille parole. Il dolore aveva trasfigurato il volto del padre e lei, sconvolta, era rimasta impietrita al centro della stanza.
Sandra si era seduta accanto a lui e, prendendogli le mani, lo aveva pregato di raccontarle tutta la verità. Suo padre non aveva tralasciato nulla: le aveva detto di Carol, l'unica donna che avesse mai amato, e di quanto l'avesse fatto soffrire quando aveva deciso di partire per l'America. Lei, Sandra, era rimasta con lui. In tutti gli anni passati William non aveva cercato la compagnia di altre donne, perché sperava che Carol, un giorno, sarebbe tornata indietro.
In Scozia.
William chiese a sua figlia di non biasimare le scelte della madre. Lui era convinto che Carol, in cuor suo, aveva sofferto molto nel separarsi da Sandra.
Scese dal treno alla stazione di Merced e si diresse a passo svelto verso la fermata dell'autobus per Yosemite. Durante il viaggio, lasciando che la mente vagasse libera, nel vetro di fronte a lei si rivide seduta nel primo banco della piccola cappella del parco. Lei, insieme alle due sorelle, aveva assistito al funerale di sua madre.
Suo padre aveva preferito rimanere in Scozia. Gli era parso, in quel modo, di rispettare il dolore della famiglia di Carol. Sorrise ripensando a Emily, che all'inizio si era mostrata riluttante all'idea di avere un'altra sorella maggiore; quando però Anthony aveva incominciato a leggere la poesia, commossa le aveva preso la mano, stringendola forte. Già, Anthony. Ricordava pochissimo di lui. Dopo il funerale si era rifiutato di parlarle, perché Sandra somigliava a Carol in modo così impressionanate che il solo guardarla lo faceva stare male. Anche per questo, Sandra era ripartita per la Scozia la sera stessa. Con Charlotte ed Emily avevano continuato a scriversi e a sentirsi al telefono: lunghe telefonate transoceaniche. Le aveva anche invitate a passare l'estate con lei, a Edimburgo. Per l'occasione aveva affittato un appartamentino al centro della città, in Al-bany Street, vicino al Queen Gardens, dove era andata ad abitare con loro per tutto il periodo estivo. Subito, tra loro, c'era stato un affiatamento così sincero e profondo che a Sandra parve di essere stata con le due sorelle da sempre. Le aveva portate in giro per la città, insieme avevano visitato il Castello, dalla cui rocca si poteva osservare un panorama da togliere il fiato; le vie storiche di Royal Mine, con le loro dimore signorili; la cattedrale di St Giles in High Street, la più grande chiesa della città, fondata alla fine del quattordicesimo secolo. Avevano fatto poi shopping negli eleganti negozi di Princes Street. Sandra aveva capito quanto fosse bello avere delle sorelle con cui condividere anche le cose più semplici.
Charlotte ed Emily erano rimaste incantate nel varcare l'ingresso della proprietà dove Sandra viveva con suo padre. Essa sorgeva in tutta la sua maestosità in cima alla collina di Calton Hill, che dominava su Edimburgo e dalla quale era possibile vedere anche la prestigiosa Royal High School, dove Sandra aveva portato a termine gli studi. Lei avrebbe preferito di gran lunga vivere nell'appartamentino che aveva affittato per trascorrere l'estate insieme a loro. E glielo disse. Non sapeva, però, se le avessero creduto. Ogni anno, nel mese di agosto, si svolge a Edimburgo la Militars' Tattoo. Nel cortile esterno del Castello c'è il grande raduno delle Bande Militari Scozzesi e, a turno, vi sfilano le Bande Militari di altri paesi. Sandra e le sue sorelle americane arrivarono al Castello nel momento culminante della serata: l'esibizione delle cornamuse scozzesi. Charlotte ed Emily erano così affascinate dallo spettacolo da non accorgersi che Sandra, pur in mezzo a quel frastuono, si era addormentata. Quando una persona del pubblico fece loro notare la ragazza che, seduta sul muro basso di un'aiuola e appoggiata alle mura esterne del castello, sembrava svenuta, si spaventarono a morte. Fu così che Sandra dovette confessare alle due ragazze di essere narcolettica. Era sempre stato difficile per lei accettare di dover convivere con questa maledetta malattia che non la faceva sentire del tutto normale. Figuriamoci doverne parlare ad altre persone.
Aveva scoperto di essere narcolettica al college. Cominciò ad addormentarsi durante le lezioni, e capitò sempre più spesso, finché un giorno il rettore non chiamò suo padre. Gli disse che temeva che Sandra facesse uso di droghe e gli consigliò di tenerla sotto controllo. William conosceva bene sua figlia e la storia delle droghe gli parve subito un'assurdità. Rimaneva però il fatto che Sandra, da un po' di tempo, non era più la stessa. La portò dal medico, questo sì, e le fu diagnosticata una leggera forma di narcolessia, malattia di cui Sandra, fino ad allora, aveva ignorato l'esistenza.
Ci aveva scherzato sopra, dicendosi che una dormitina ogni tanto non poteva che farle bene. Ma, col tempo, perfino le azioni più semplici diventavano difficili per lei. Sandra non riusciva ad avere il dominio di sé. L'esperienza più triste l'aveva vissuta durante un consiglio d'amministrazione della Air Scottish, a cui lei, laureata da poco, partecipava per espresso volere di suo padre. L'amministratore delegato aveva annunciato ai membri del consiglio di amministrazione la nomina di Sandra Bruce quale nuovo vicepresidente della società ma, quando tutti si aspettavano il rituale discorso di presentazione, dalla parte di Sandra non venne che silenzio. Lei giaceva beata fra le braccia di Morfeo. Da quel giorno aveva pregato suo padre d'evitarle per il futuro qualsiasi tipo di riunione, assicurandolo che avrebbe svolto il suo lavoro puntualmente, ma dietro le quinte.
Aveva preso delle medicine, ma con scarsi risultati. Le umiliazioni, anzi, continuarono: le accadde perfino di addormentarsi mentre ballava un lento con un ragazzo che l'aveva invitata a uscire. Come se non bastasse, la narcolessia avrebbe potuto mettere a rischio la sua incolumità. Come quando, durante un bagno nella vasca idromassaggio di casa Bruce, si era assopita e aveva rischiato di affogare.
Da quel giorno suo padre aveva munito la casa di allarmi: per le fughe di gas, gli incendi o qualsiasi altro evento fortunoso o potenzialmente rischioso.
Per eccesso di zelo decise di metterle accanto una guardia del corpo, un uomo fidato che la seguisse dappertutto.