Spesso si preferisce bere l’acqua in bottiglia senza sapere che si potrebbe benissimo consumare quella del rubinetto

Anche se il gestore della rete idrica non invia i dati della qualità dell’acqua è sempre possibile consultare tutto sul sito internet di riferimento: molti comuni pubblicano on-line i dati aggiornati dei vari controlli svolti sugli acquedotti. L’alternativa è rivolgersi al gestore e chiedere di conoscere le caratteristiche dell’acqua erogata nelle propria abitazione. Generalmente sono le caratteristiche organolettiche (sapore, colore e odore) che inducono i consumatori a considerare un’acqua buona o cattiva da bere, senza invece considerare altri aspetti. In realtà la qualità si valuta soprattutto dal contenuto di minerali, elementi che influiscono anche su colore, sapore e odore.
Alcuni parametri da sapere
In base a un decreto del 2001, sono 61 i parametri che devono essere rispettati perché un’acqua possa essere definita potabile. Ecco i principali che dovremmo imparare a considerare.
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Ph: i valori ideali devono essere tra 6,5 e 9,5 (l’acqua è pura con ph pari a 7);
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Residuo fisso: indica la presenza di minerali, e dovrebbe avere un valore di 1500 milligrammi al litro;
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Durezza: quella ideale si colloca tra 15 e 50 °f (grado francese);
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Nitrati: non dovrebbero essere presenti;
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Nitriti: non dovrebbero essere presenti o al limite il massimo consentito è di 0,1 milligrammi per litro;
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Ammonio: tollerato al massimo un valore di 0,5 milligrammi per litro;
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Solfati: se presenti in dosi superiori ai 250 milligrammi per litro conferiscono all’acqua un sapore sgradevole e lassativo;
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Cloruri: incidono notevolmente sul sapore e sono tollerati fino a 250 ml per litro;
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Metalli: sono da controllare l’alluminio (non deve superare i 200 microgrammi per litro), il piombo (ammessi solo 25 microgrammi per litro), l’arsenico (limite massimo pari a 10 microgrammi per litro), il cromo (massimo 50 microgrammi per litro) e il nichel (limite massimo 50 microgrammi per litro).
Come appare a noi
L’acqua per sua natura dovrebbe essere limpida, trasparente con sapore e odore neutro, ma non sempre è così. Talvolta aprendo il rubinetto capita di notare odori e colori inconsueti, ma la maggior parte delle volte non c’è motivo di preoccuparsi: basta adottare alcuni accorgimenti e fare un po’ di manutenzione sull’impianto domestico. Di seguito prenderemo in esame i vari casi.
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L’acqua salata: può dipendere dalla presenza di sodio, solfati e cloruri, ma si tratta di una quantità prevista dalla legge. Tuttavia è controindicati a chi è iperteso.
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L’acqua amara: il gusto amarognolo può essere dovuto alla presenza di magnesio, ma è solo un problema di sapore non di salute.
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Sapore metallico: imputabile alla presenza di sali di ferro, che non sono un problema per la salute ma anche in questo caso a risentirne è il gusto.
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Con odore sgradevole: spesso a causa del cloro usato come disinfettante, ma in suoi quantitativi sono comunque minimi.
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L’acqua rossastra: potrebbe dipendere dal ferro delle tubature; se persiste meglio provvedere con un controllo.
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L’acqua giallastra: sempre colpa del ferro e del manganese presenti nelle tubature, che necessitano un controllo.
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L’acqua torbida o biancastra: non significa che non sia pura, ma può dipendere dalla pressione troppo elevata con cui arriva nelle case, o a lavori di manutenzione. Talvolta è sufficiente mettere l’acqua in una brocca e lasciarla decantare per farla tornare limpida.