Una pianta preziosa, curativa, quasi magica. Rispettata dalle popolazioni africane che usano ogni sua parte ricavandone medicamenti, nutrimenti e molto altro.

Il baobab è da pochissimo tempo una delle antiche piante che oggi possono entrare per legge anche in Italia, per ricavarne rimedi fitoterapici. Le virtù curative di questo maestoso e imperiale albero sono da sempre conosciute alle popolazioni indigene africane, che da secoli ne utilizzano praticamente tutte le parti della pianta, non a caso ribattezzato anche simpaticamente e affettuosamente “albero farmacista” o anche “albero magico”.
Scientificamente e botanicamente si chiama Adansonia Digitata, ereditato dallo studioso francese Michael Adanson, che ne osservò le varie parti e rimase colpito dalle foglie simili a mani con numerose dita.
È una sorta di ponte tra cielo e terra, infatti può raggiungere altezze considerevoli, fino a 24 metri e ampiezze importanti fino a 5 metri. E che dire poi della sua lunga vita: quasi 500 anni di media, poiché alcuni esemplari avrebbero raggiunto la veneranda età di 5000 anni!
Non ama particolarmente stare con i suoi simili, infatti si trova spesso solitario e ramingo, tra deserto e appuntite rocce.
L’uomo lo venera e lo protegge, rispettandolo a tal punto che non è possibile per nessuna ragione abbatterlo, solo un vento naturale lo può fare, e il suo tronco, una volta morto l’albero, non viene abbandonato, ma diventa un’abitazione per un’intera famiglia; inoltre solo i saggi possono salirvi sopra.
La leggenda dice che un tempo il baobab era il più bell’albero della terra, si pavoneggiava per i suoi profumatissimi fiori e i suoi frutti, deridendo gli altri alberi che pregarono gli dei perché provvedessero a far cessare questo comportamento ingiusto. Così il dio della foresta, ormai stanco delle lamentele, decise di infliggere al baobab una severa punizione: lo sradicò dalla terra, lo alzò verso il cielo e poi lo conficcò nel terreno a testa in giù. Dunque secondo la leggenda i rami che noi oggi vediamo in realtà sarebbero le radici!
Vediamo ora le sue infinite e numerose proprietà.
Foglie e frutti sono stati per anni oggetto di studio da parte di parecchi ricercatori a livello mondiale, le popolazioni africane consumano a scopo alimentare i frutti poiché sono particolarmente energetici, mentre le foglie più giovani s’impiegano al pari dei nostri spinaci e apportano una buona dose di vitamina C. Le foglie si usano anche contro l’asma e contro al sudorazione eccessiva. La polpa dei frutti si usa invece per trattare vaiolo e morbillo e più semplicemente e per regolare l’intestino.
Dai gusci legnosi si ricavano contenitori per il cibo da usare in cucina o altrimenti dei braccialetti, oppure si bruciano e si ricava una cenere ricca di diversi sali minerali, da essa si parte per la lavorazione del sapone.
Il tronco ha un legno molto delicato che, differentemente da altri alberi anche meno imponenti, non può essere usato per fabbricare mobili.
Le radici, se bollite, producono un decotto usato a scopo stimolante per l’attività sessuale, mentre le mamme usano la polvere delle radici per fare i bagnetti ai loro neonati, la pelle diventa morbidissima.
La corteccia bollita, funge da medicina curativa per abbattere la febbre, così come il decotto delle foglie ha lo stesso impiego. Il suo impiego come febbrifugo è davvero antichissimo tra queste popolazioni. La stessa corteccia viene inoltre staccata o sarebbe meglio dire sfibrata, per trasformarla in cordame e funi molto resistenti, e quasi miracolosamente non solo l’albero non ne soffre, ma ne riproduce della nuova.
La polpa dei frutti, ha una composizione davvero molto interessante, è costituita per il 75% da zuccheri, ha un 2% di proteine, e i lipidi sono praticamente assenti. Ricchissima di vitamina C, ogni 100 grammi ne fornisce fino a 300 mg., l’importanza di questa vitamina è ormai più che conosciuta: utile contro le malattie a carico del sistema respiratorio, importante come antiossidante nella lotta ai radicali liberi, inoltre è presente come vitamina in diverse reazioni metaboliche. Nel frutto sono presenti inoltre altre vitamine, ad esempio del complesso B, la B2, la B3 e sali minerali tra i quali fosforo, potassio, calcio. Il sapore della polpa è acidulo, ciò è dovuto agli acidi citrico, tartarico e succinico.
In erboristeria iniziano ad apparire i primi prodotti a base di polvere di baobab, sottoforma di tavolette, capsule o creme, mentre per ora non è possibile vedere al supermercato i suoi bei ma troppo grossi frutti.