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Perdonare per vivere meglio

Come si arriva al perdono? Si deve perdonare sempre o ci sono situazioni impossibili da perdonare?

Perdonare per vivere meglio

Chi smette di portare rancore per un torto, un'offesa o un tradimento ricevuto vivrà sicuramente meglio e più in pace con se stesso e con il mondo.

Ma come si fa a perdonare e girare pagina? Talvolta è molto difficile perché alla base di questo meccanismo c'è la comprensione di ciò che ha portato gli altri a farci del male. Per questo alcune violenze rimangono intimamente imperdonabili, mentre altre, con il tempo e un'azione meno giudicante, sono più passabili.

È sempre piuttosto difficile definire i confini di un sentimento che indica la fine del risentimento nei confronti di un'altra persona; un gesto in cui si vince la rabbia e si abbandona ogni voglia di punizione e vendetta, diventando indulgenti e guardando le debolezze altrui.
Molte persone si costringono a perdonare per un senso di fede cristiana, ma questo non sempre è un vero perdono, perché non ci si deve sforzare a farlo. In questo modo la facciata sarà del perdono, ma da qualche parte nell'inconscio resterà il risentimento. Quindi no al perdono come mero atto di volontà!

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Credits: Foto di @Alexas_Fotos | Pixabay
Dove non c'è perdono?
Ci sono torti e ferite subite che richiedono anni di elaborazione e a volte non si arriva comunque al perdono. E ciò non significa essere disumani, perché è giusto che ognuno di noi abbia un confine esistenziale della propria dignità e, se questo è stato superato, una persona può anche non perdonare. Atti di violenza, di razzismo, di stupro possono essere relativizzati con il tempo, ma non sempre perdonati.

Che cos'è il perdono
Che cosa significa perdonare? Il perdono si origina in seguito ad un'elaborazione faticosa che ci porta a vedere un altro essere umano in un suo momento di debolezza. Nel tempo, e avendo vissuto alcune esperienze, le persone possono arrivare a dire “chi può scagliare la prima pietra?”. Perdonare significa uscire dalla fase dell'acredine, dell'odio, del disprezzo.
La psicoterapia, per esempio, lavora sull'ombra del paziente, per aiutare le persone a perdonare; se per esempio siamo convinti di essere il dottor Jekyll, tutti gli altri saranno visti sempre come dei mostri. Invece bisogna imparare a guardare il nostro mister Hyde e diventare consapevoli dei nostri lati più oscuri e meschini; tutti li abbiamo e nessuno è esente. Solo così si diventa più tolleranti.

 
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Perdono come comprensione

Talvolta è difficile perdonare le figure parentali, il padre o la madre che ci hanno trascurato o hanno preferito per esempio un altro figlio. In questi casi il perdono è capire che l'altro ha fatto quello che ha potuto e così si perdona comprendendo ciò che è successo.
Un filosofo, Spinoza, diceva che niente di ciò che è umano ci è estraneo. Per questo accettare i limiti umani significa in qualche modo perdonare.
E quando capiamo se siamo pronti a perdonare? Solitamente si arriva alla riconciliazione quando nel rapporto è avvenuto qualcosa per cui una persona sente di essere vista, riconosciuta, e così si fanno dei piccoli passi verso l'altro, ricostruendo il rapporto su basi diverse e più consapevoli.

Si sarà più felici
Solo se abbiamo perdonato davvero riusciremo ad essere in pace con l'altra persona e quindi a vivere meglio. Si sa, il rancore, la rabbia e l'odio purtroppo sono sentimenti ed emozioni nemiche del benessere, fanno male alla mente, ma anche al corpo. Per questo comprendere e accettare certe cose ci aiuta a stare più sereni.

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