Quando in passato si è sofferto molto si fa fatica a lasciarsi andare.
Ohhh l’amore…quel sentimento meraviglioso, fatto di passione, desiderio di condivisione, momenti di estasi, ma anche periodi di disperazione. Quanti di noi cercano una persona capace di ispirarci questo sentimento, eppure allo stesso tempo, tante persone ammettono di non riuscire più a lasciarsi andare all’innamoramento. Come se l’amore facesse paura.
Molte persone, in seguito ad una storia andata male, si ripetono che non vogliono più essere ferite perché hanno interiorizzato che l’amore può fare molto male, e per questo motivo indossano una corazza. Ripensare al passato è giusto, può evitare di ricommettere gli stessi errori, ma poi bisogna andare oltre, credere nell’amore anche se ciò significa esporsi a delusioni e dolori, ma dalle ferite ci si cura.
Lo scrittore Paulo Coelho scriveva: “l’amore è sempre nuovo, non importa che amiamo uno, due, dieci volte nella vita: ci troviamo sempre di fronte ad una situazione che non conosciamo”.
Si è talmente presi dall’ideale della persona “giusta” per noi, che non ci accorgiamo del vicino di casa, dell’amico dell’amico o del compagno di ballo al corso di salsa, cioè della persona reale.
Se ci si vuole innamorare, si deve per prima cosa dimenticare l’ideale, liberarsi dagli standard collettivi e permettere all’amore di sconvolgere piani e preconcetti. Il principe azzurro è l’uomo di cui ci siamo innamorati, non quello di cui vorremmo innamorarci.
Sei un uomo o una donna impegnata, in carriera, gratificata sul piano sociale e personale e quindi cerchi solo persone alla tua altezza, perché oggi siamo tutti più esigenti.
È giusto sentire di aver bisogno di un rapporto di qualità, ma alzare troppo il tiro può essere solo una via di fuga, e un errore che commettiamo spesso è domandarci sempre cosa possiamo ottenere, senza però chiederci cosa possiamo offrire. L’amore però è scambio e porta sempre altrove.
Ci si innamora quando si è pronti a cambiare, ma oggi sopportiamo sempre meno di vedere la nostra vita messa a soqquadro, preferendo rimanere in terreni conosciuti e rintanarci nelle nostre sicurezze. Così tronchiamo le relazioni dopo qualche incontro, portando come giustificazione difetti, imperfezioni, cuori che non battono abbastanza. In realtà però non ci concediamo il tempo per innamorarci, perché rifiutiamo di farci cambiare dall’altro e questo è un peccato.
L’inizio di una storia è caratterizzata da turbamenti, attese, domande e ci si sente fragili e vulnerabili. Ecco spesso sfuggiamo da questo stato e preferiamo storie con meno patos perché possiamo scioglierle in qualunque momento. Si cerca di tenere a bada un sentimento potente che per natura sfugge e ci porta in luoghi sconosciuti. Lo spiega bene Umberto Galimberti in Le cose dell’amore: l’amore è la chiave che apre le porte della nostra vita emotiva, quella che ci illudiamo di poter tenere sotto controllo e che invece, per vie autonome e tortuose, ci porta verso l’ignoto, essenza vitale della nostra esistenza.
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